[ fummo tutti avvelenati ] [1]
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Benjamin - Interesse vitale nel riconoscere i pensieri al bivio, a un determinato punto del loro sviluppo: ciò vuol dire concentrare il nuovo sguardo sul mondo storico in punti dove si deve decidere sul loro carattere reazionario o rivoluzionario. In questo senso, nei surrealisti e in Heidegger è all’opera la stessa e identica cosa.[2]
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Forse per chi adora la lingua e la Parola, il Logos e il Verbo, non c’è nulla di meglio che Heidegger e della sua “abilità di coniare filiere di calembours”.[3]
Diversamente dovrebbe essere per chi dice di adorare la realtà e la verità. A cosa sarebbe affidato l’aprimento della verità? Su cosa riposa, e quale è il fondamento sorreggente (il basamento, scarpa o zoccolo) del “progetto veramente poetico”? Nella sua Introduzione alla Metafisica, Heidegger denuncia che:
mentre - diciamo così - nell'Origine dell'opera d'arte, leggiamo:
Questo diffondersi della parola poetica “nel dire del popolo” sembra piuttosto un diffondersi del dire comune; non molto diverso di un sorgere e radicarsi della “parola” nella materia estremamente plastica dell’opinione.[6]
D’altronde neppure in Foucault la “verità del discorso” mi sembra troppo diversa dell’opinione (personale) - pur anche sorretta da un convincimento parresiastico fino alla palma del martirio[8]. Quando mai il sacrificio di sé è dimostrazione di una qualche realtà sussistente fuori dal pensiero, indipendente e nonostante il soggetto?
E che razza di opera sarebbe quella che mettendosi in opera decide e rende possibile, per l’umanità, l’ordine delle glorie e delle vessazioni?
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[1] - Antonin Artaud, Van Gogh, il suicidato della società, Milano Adelphi 1988, p. 49 (Parigi, Gallimard 1984).
[2] - Walter Benjamin, I “passages” di Parigi, Primi appunti, cit., p. 937. [3] - V. Cicero, Origine Bo2002, p. XIII. – Che siano piuttosto “catene” di calembours? Sapete? quelle che è sempre consigliabile spezzare… [4] - Heidegger, Introduzione cit. p. 55. [5] - Heidegger, Origine Ni68, cit. p.28 (Parentesi nostre) [6] - Per la nozione di opinione, vedi qui sotto in Materiali. [7] - Vincent a Theo, Nuenen 16 dicembre 1883 (n. 414-347). [8] - Michel Foucault, Discorso e verità nella Grecia antica, Donzelli Editore, 2005. [9] - Heidegger, Origine Ni68, cit. p.28. [10] - Vincent a Theo, Nuenen 4 gennaio 1884 (n. 419-351). |
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MATERIALI § [ fummo tutti avvelenati ]
Nota 5 – Brano da Relatività e determinismo, nel quindicinale “Programma comunista N.9, 1955: Opinione… materia plastica - “…Questo piace all'Opinione. Nel tempo in cui si vuole tentare da tutti i lati di rivendicarla come macchina motrice del mondo, e governatrice della società e della natura fisica, essa si mostra plastica e cedevole come la pappa, e le restano dentro tutte le sapienti ditate dell'imbonimento. Nulla è più manipolabile e frollo che il modo di atteggiarsi del mondo libero vantato da ovest, della popolare democrazia “dal basso" esaltata da est. Essa si schiera bene tra le materie prime della moderna produzione, serva al capitale. Non ha fibra, non ha innervatura; non ha spine dorsali come i materiali da costruzione classici, la si fa cedere o irrigidire a volontà in qualunque direzione; è “isotropa", passiva e imbelle a tutte le temperature, sotto tutte le latitudini. La sua virtù di adattamento e la sua pecorile ignavia, nella svolta che il mondo traversa, hanno superato i massimi concepibili, ed oscurato le vecchie fiabe retoriche sulla ignoranza generale e l'oscurantismo di epoche trascorse. Come politico il povero vecchio Einstein non poté farci paura. Ma come esponente eccelso di una fase storica di conoscenze scientifiche, è egli un nemico?” [ristampato in Supplemento al n.4 di Aut.Trib 17139, dicembre 1979, a cura di L. Trina e C. Romeo] |
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ALTRE FIGURE ESISTENTI
Roma, Campo de' Fiori (Sotto la statua di Giordano Bruno, in pantaloni bianchi, Tullio Catalano) |
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VALIGIE |
parte seconda H.D.S. MAROQUINERIES
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